VIAGGIO IN KENYA PER INCONTRARE GLI AMICI MISSIONARI

Le socie Laura, Anna Maria con il marito, ed Elena si sono recate in Kenya dove hanno incontrato a Nairobi, nella baraccopoli di Soweto, Simone Ceciliani e i suoi ragazzi della Comunità Papa Giovanni XXIII che da 13 anni si prodiga per i ragazzi di strada. così numerosi nella capitale kenyana, ma anche per gli anziani spesso abbandonati, gli alcolisti e le prostitute che si vendono per un pane. Simone ci ha accolto con calore e ci ha mostrato i grandi lavori in corso, che consistono nella costruzione di un edificio in muratura al posto di uno in legno, per ospitare i ragazzi che sono regolarmente affidadi alla Comunità. SImone ci ha illustrato con fervore il progetto che al momento li occupa maggiormente, ovvero l’assistenza ai bambini dei poverissimi villaggi di pescatori sulle rive del lago Turkana, 3000 dei quali grazie a loro possono andare a scuola e mangiare un pasto completo. Per caso abbiamo scoperto che la Papa Giovanni XXIII aiuta i bambini con cataratta precoce ad operarsi e avrebbe bisogno di occhiali da sole per questi bambini dopo l’operazione.

La seconda visita in Kenya ad una realtà missionaria è stata alla Missione dei Padri Camilliani a Karungu, villaggio sulle rive del lago Vittoria. In trent’anni Padre Emilio Balliana, amico della nostra associazione, ha costruito con le proprie maestranze una vera città della sanità; un grande e moderno ospedale che funziona con maestranze esclusivamente kenyane e si autosostiene per quanto riguarda le spese ordinarie con l’assicurazione sanitaria nazionale. Annesso all’ospedale il centro per la prevenzione e la cura dell’AIDS che è endemica nell’area e che ha impegnato la missione camilliana per decenni: ora l’incidenza della positività è calata dall’85% aò 15% grazie anche al lavoro titanico della Missione. Padre Emilio si rese conto una ventina di anni fa che troppi erano gli orfani resi tali dall’imperversare dell’AIDS e così ha creato un villaggio di case famiglia con madri surrogate per una settantina di bambini che hanno contratto il virus oltre ad essere orfani o provenienti da famiglie molto indigenti. I piccoli possono essere curati dal vicino ospedale se ce ne fosse bisogno e vanno all’adiacente scuola, un complesso per migliaia di scolari costruito da Padre Emilio, sostenuto per anni con le mense ed altro, ora ceduto al Governo. Il centro orfani in parte si sostiene con i prodotti della grande fattoria Victoria che produce ortaggi e prodotti animali da uova e da carne, ma ha bisogno di donazioni per andare avanti. L’accoglienza è stata calorosa e grata. Fa davvero piacere sapere che le donazioni effettuate nel tempo sono state così bene utilizzate. Fare bene il bene è il motto che attribuiremmo a Padre Emilio, che abbiamo il piacere di rivedere ogni tanto a Savignano.